Cos’è questa moda delle maglie da calcio per uscire? Il marchio italiano che ha vestito il calcio italiano negli anni Ottanta non poteva non essere preso in considerazione da Patta, che ha lavorato al rework di due maglie del Napoli: la maglia home della stagione 1988/89 e quella da trasferta, rossa, dello stesso anno. Per noi è importantissimo, perché siamo sempre eleganti e fa piacere vestire con questo marchio. Dal 2011 al 2013 sulle divise ufficiali della squadra comparve il marchio della Qatar Foundation, che si legò ai catalani come un tradizionale sponsor, cioè pagando la sua presenza sulle maglie blaugrana. Dalla stagione 2011-2012, in seguito all’accordo con Qatar Foundation, l’UNICEF non è più stato lo “sponsor” ufficiale del Barcellona; il logo del fondo, però, non è stato rimosso dalla maglia della squadra, ma è stato spostato nella parte posteriore della divisa. Scendono in campo con la maglia nero-azzurra o con quella da trasferta: bianca con le due strisce centrali nerazzurre.
Un Mondiale, due Europei, 8 Liga (presto la nona), 4 Champions League e altri 19 trofei tra Coppe Nazionali e internazionali. Dopo la sconvolgente eliminazione dalla Champions League, il classe ’84 aveva già lasciato indizi riguardo i dubbi che lo tormentavano da tempo: tempo d’addio. Azzeccatissima per un fuoriclasse dal repertorio inesauribile che ha passato 22 anni nel club, 16 dei quali in prima squadra, contribuendo da protagonista alla conquista di 32 titoli, tra i quali 9 scudetti e 4 Champions League. Iniesta si è anche commosso al momento del suo triste annuncio: il fuoriclasse spagnolo ora avrà tempo per riflettere per decidere quale sia la sua prossima destinazione. Un trofeo per cui France Football ha chiesto formalmente scusa, visto e considerando come un genio della sua grandezza, alla pari di altri fuoriclasse mai sul tetto più alto del mondo, non sia mai riuscito a conquistare l’alloro personale. Oggi il CHI È CHI AWARD FASHION & FOOTBALL.
In occasione di Milano Moda Uomo e dell’uscita del CHI E’ CHI del Calcio e dello sport, Cristiana Schieppati ha consegnato a Luca Gastaldi CEO EMEA Brooks Brothers e Javier Zanetti, vice Presidente dell’Inter, il CHI E’ CHI AWARD FASHION & FOOTBALL. Mercoledì 7 luglio 2010: c’è l’Olanda, chi aspettiamo? Consoliamoci, c’è chi fa peggio di noi. Guardiola si prenderà molto probabilmente un anno sabbatico, lontano dalle pressioni che ha dovuto gestire alla guida del suo Barcellona. Ogni anno il Barcellona è una delle squadre più attese sulla scena europea. Tra le squadre selezionate per questa campagna ci sono il Real Madrid, il Celtic FC scozzese e l’Arsenal e il Manchester United d’Inghilterra. Prima di fare posto al suo ex vice, dovrà condurre in porto la squadra in campionato, dove ormai i giochi sono fatti (Real Madrid campione e Barca secondo), ma anche e soprattutto nella finale di Copa del Rey, nella quale Messi e compagni saranno chiamati a giocarsela contro l’Athletic Bilbao di Marcelo Bielsa. Le rivalità più grandi storicamente sono con il Real Madrid e l’Espanyol, anche se vive pure un’accesa rivalità con Valencia.
Barcellona e Real Madrid hanno dunque fatto da sole la nazionale spagnola; e non solo, hanno addirittura fornito giocatori di altissimo livello. Barcellona (4-3-3): Cillessen; Semedo, Piqueé, Umtiti, Jordi Alba; Rakitic, Busquets, Iniesta; Messi, Suarez, Neymar. 2′ – Parte fortissimo il Barcellona che va in contropiede dopo un brutto pallone perso da Claudio Marchisio, Neymar non trova Messi in area di rigore. E’ stato in parte oscurato dall’amico Messi in termini di trofei personali, ma davanti ad un pensiero critico, oggettivo e formulato, ogni mente lucida sa cosa proviene dall’elaborazione finale: senza Don Andres, Messi non sarebbe stato Messi. Ne è uscita una squadra piuttosto quadrata, con un Messi spesso a tutto campo e un Suarez pronto a sacrificarsi. Il classe ’84 ha vinto tutto con la maglia del Barcellona e della Spagna e l’unica cosa che non ha mai messo incredibilmente in bacheca è il Pallone d’Oro. Di anni con quella maglia addosso ne ha passati 22, 6 nelle giovanili e 16 in prima squadra, arrivando a portare la fascia di capitano, ereditata da altri simboli del Barça come Puyol e Xavi. Cosa significa avere la fascia di capitano? È sicuramente un grande orgoglio e per me rappresentare l’Inter è sempre stata una cosa bella e lo continuo a pensare.
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