Questo esordio ha portato fortuna al Real Madrid che ha vinto 3-2 contro l’Huesca ultimo in classifica e ha consolidato il terzo posto portandosi a meno due dall’Atletico Madrid secondo della classe dietro al Barcellona. Ci è voluto molto impegno ed un po’ di fortuna ma il Bologna è riuscito a perdere all’ultimo tuffo la partita più brutta del secolo. Questa è la classica partita che se sei chiamato a giudicarla dopo un buon periodo ti incita a clemenza, diresti che abbiamo giocato ad una porta, diresti che succede di non trovare il gol, diresti che tra noi e l’Empoli c’è stato un abisso. • L’undici di Diego Simeone è agli ottavi per la quinta volta in sei stagioni. Diego Simeone, che come Zidane, Ancelotti, Guardiola e Luis Enrique ha vinto la Supercoppa sia da giocatore (1999) che da allenatore (2012 e 2018), “mentre dibattevamo se il suo calcio fosse bello o brutto o divertente, ha creato uno straordinario modello che rischia di durare nel tempo,” dice Paolo Condò nel pre-partita. Poi a venti secondi dalla fine il gol e il sorpasso di una squadra orrenda ai danni di un Bologna troppo brutto per essere vero. Adesso abbiamo gli stessi punti dello scorso anno (o uno in meno non mi va di controllare) solo che non abbiamo una squadra nuova, non abbiamo avuto Delio Rossi, non siamo una neopromossa.

Un anno fa alla 15a il Bologna batteva il Napoli portandosi a 16 punti. Che l’Atalanta fosse in forma lo sapevamo, che il Bologna stia cercando di recuperare uomini e morale anche, ma l’atteggiamento di oggi è stato veramente desolante e le parole di Donadoni in conferenza stampa piuttosto pesanti. I rossoblu ospitano l’Atalanta più in forma di sempre e si comincia con un ospite d’onore che scalda i cuori. Il copione della ripresa è sempre lo stesso con i rossoblu costretti a subire gli assembramenti dei palermitani, riusciamo a creare qualcosa ma ci manca sempre la stoccata decisiva che abbatte il toro stanco. Entra anche Okwonkwo per Krejci e su un mischione potrebbe mettere la parola fine su questa specie di glaciazione, ma gli dei del calcio hanno detto chiaramente che non se ne parla per cui torniamo a casa con un bel puntone che ci avvicina al nostro prestigioso traguardo di averne almeno tre dietro. Del resto è abbastanza normale che se gli stessi dirigenti escono con frasi tipo “siamo ancora in tempo ad arrivare ultimi” qualcuno poi non si senta troppo stimolato. La faccio breve perchè il resto del match è un pianto greco, tanto che ogni volta che Torosidis tocca un pallone da qualche parte nel mondo un pallone si suicida.

Il Palermo continua con una tecnica di gioco raffinatissima, nugoli di giocatori sul pallone come spiegano bene all’oratorio e perdite di tempo come se non ci fosse un domani. Kaká, che vinse poi il Pallone d’oro 2007, fu il capocannoniere della manifestazione con 10 gol. In un quarto d’ora i nerazzurri hanno un paio di occasioni bruttissime e poi passano con un tiro al volo di Masiello dimenticato da tutti come la piccola fiammiferaia. Poi finalmente arriva il rimpallo fatato, Destro vorrebbe servire il ceco ma una gamba provvidenziale deposita la sfera in zona Dzemaili che non prende la mira ma lascia partire una sleppa secca e tesa che fulmina il portiere rosé e porta finalmente in vantaggio il Bologna. Oggi abbiamo mostrato tutti i nostri limiti e non diamo la colpa solo ai giovani che tra Torosidis, Gastaldello, Maietta, Foccari e Dzemaili non stiamo parlando di una squadra di soli ragazzini costruita per il domani. Anche oggi al Dall’Ara c’erano più di ventimila spettatori, compresi i piccoli tifosi strisciati, e anche se siamo solo in novembre è la terza volta che usciamo sconfitti.

Se però arrivi da una vittoria in dieci partite e non segni nemmeno alla playstation, ti viene in mente che l’Empoli arriva da tre sconfitte con una ventina di gol presi, ti viene in mente che giochi in casa e hai tirato in porta, piano, solo da venticinque metri. Sul presente, ad una ventina di giorni dal mercato di gennaio, bisognerebbe che fosse chiaro a tutti che questa squadra ha gli stessi difetti da due anni e forse si potrebbe provare a fare qualcosa oltre a cambiare per cambiare. Cr7, precisando che quelli passati al Real “sono stati nove anni meravigliosi e unici”. Il francese decide di vestire la maglia numero 19, indossata durante i suoi primi anni al Real Madrid. A livello internazionale è la quarta squadra al mondo, la seconda squadra in Europa e la seconda in Spagna per numero di titoli maggiori ufficiali vinti: 22 (a pari merito con il Boca Juniors e alle spalle di Real Madrid ed Al Ahly, maglie calcio real madrid rispettivamente a quota 34 e 26 trofei). Pochi minuti è c’è una punizione pericolosa per noi, la barriera è folta e molto rossoblu, Viviani cammina sul posto per tutto il tempo che serve a sistemare le cose mentre Posavec si mimetizza perfettamente con i tabelloni luminosi alle sue spalle.

Di più su nuova maglia real madrid 2024 sulla nostra home page.