Il vice presidente Campoccia ha commentato il tema della riapertura degli stadi: “Mi auguro che si possa il prima possibile far comprendere che il calcio potrà essere un esempio di come garantire presenze ordinate. Si può essere populisti o demagogici, ma ad esempio noi consideriamo la Robin tax un modo che indirettamente finirà per mettere le mani nelle tasche degli italiani: quella è una tassa che pagheranno i consumatori, poiché i prezzi non sono amministrati, e i costi fiscali finiranno dunque nel prezzo finale, senza che l’autorità possa far nulla. Un’altra raccomandazione e con essa, vista l’ora, vorrei concludere: il provvedimento sul federalismo fiscale non sia visto come un provvedimento punitivo rispetto ad una parte del Paese ma veda l’Italia in termini unitari e, attraverso una redistribuzione delle risorse, possa finalmente riaprire la necessaria politica di risposta ai cittadini nei vari settori. Spetta invece allo Stato – questa volta sì – al nostro Stato nazionale, rendere competitivo il sistema Italia, facendo davvero, finalmente, le riforme che tutti sappiamo devono essere fatte: liberalizzare, abbattere le rendite, semplificare e valutare meglio le pubbliche amministrazioni, introdurre criteri meritocratici nell’istruzione superiore, in quella universitaria e nella ricerca, ridurre il peso delle amministrazioni pubbliche, semplificare la vita dei cittadini e delle imprese, nonché realizzare le infrastrutture indispensabili e, per questa via, realizzare una giustizia sociale fondata sull’uguaglianza delle opportunità e sui meriti.
Nessuno nega la crisi mondiale, ma se i provvedimenti del Governo non funzioneranno – così come siamo certi e come succede ogni volta che Berlusconi è Presidente del Consiglio – non si potrà addebitarne il fallimento alla congiuntura internazionale. Siamo convinti, per esempio, entrando un po’ più nel merito del provvedimento, che anche la Robin tax, di cui il Governo sta facendo una grande bandiera elettorale, andrà a finire contro i cittadini. Dei 90 indicatori fanno parte anche dieci indici sintetici che nel corso dell’anno sono stati pubblicati sul Sole 24 Ore: l’Indice del Clima, i tre Indici Generazionali (Qualità della vita di Anziani, Giovani, Bambini); l’Indice di Sportività, l’Indice della Criminalità; Ecosistema Urbano; l’Indice di Fragilità del Territorio; Icity Rank e l’Indice della Qualità della vita delle donne. Finirà il tempo della propaganda, della demagogia, delle norme manifesto, come quelle che avete fatto sulla casa! Allora, signor Presidente, pochi onorevoli colleghi, signor sottosegretario, volevo ricordare a tutti che, a distanza di soli tre mesi dall’insediamento di questo Governo e di questa maggioranza parlamentare, già tanto è stato fatto in materia di rifiuti, di ambiente, di trasporti, di famiglia, di casa, di detassazioni (come l’ICI) e di sicurezza, come abbiamo fatto l’altro giorno.
Ci stiamo chiedendo in che modo il Governo vuole fare questo e dove troviamo in questo decreto-legge una programmazione attraverso la quale raggiungere questa riduzione del debito pubblico. Riteniamo che tali società faranno in modo che i cittadini dovranno pagare tali imposte attraverso le bollette e probabilmente in questo momento, mentre noi stiamo parlando, ciò sta già accadendo, perché l’Authority che dovrebbe controllare – cui lo Stato ha chiesto di controllare – non ha nemmeno i poteri e soprattutto perché ci troviamo di fronte a società che hanno investito in capitali perché sapevano che avrebbero investito in un settore in cui i prezzi, per quanto concorrenziali, sono liberi e certamente non sono amministrati e né tantomeno controllabili. Addirittura, un emendamento presentato dal Governo ha fatto in modo che si possano concedere in affidamento e direttamente alle società in house tali privatizzazioni. La dice lunga il fatto che abbiate abrogato quella norma. Abbiamo fatto un passo indietro sul tema del lavoro; con le nuove regole aumenterà in misura maggiore il precariato: quelle persone, come dicevo prima, che sono precarie e che pensavano di aver ottenuto un posto di lavoro stabile si potranno trovare di nuovo in mezzo alla strada.
Come può lo Stato seguire passo passo quelle piccole e medie imprese accompagnandole alla conquista del mondo se le istituzioni competenti non hanno i finanziamenti necessari per offrire il supporto più elementare che le rappresentanze dell’Italia dovrebbero e devono dare? In un Paese dove il costo del trasporto incide per circa il 20 per cento per le difficoltà logistiche che abbiamo, quell’onere in più chi pensate che alla fine lo pagherà, se non i consumatori? Per non parlare della scelta compiuta con questo decreto sulla class action, che è la tutela collettiva che i consumatori possono avere contro gli abusi del mercato: la sua entrata in vigore è stata prorogata e io credo che la toglierete definitivamente. Così come finirà per mettere le mani nelle tasche degli italiani la scelta dei tagli alle regioni sui ticket sanitari. Cerchiamo di non creare dei nuovi carrozzoni politici e certamente in un momento di tagli dei costi della pubblica amministrazione non ci possiamo permettere di creare altre situazioni in cui tante persone vanno a guadagnarsi soltanto lo stipendio a fine mese.
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