Non vi è bastato che, a seguito di un accordo fra maggioranza e opposizione, l’emendamento non sia stato votato dalla Commissione e che, sulla base dello stesso accordo, esso non sia entrato nel testo licenziato dalle Commissioni riunite. Invece no, non è bastato e, allo stato delle nostre informazioni – ripeto che ragioniamo, in parte, «al buio» -, avete deciso, come hanno affermato stamattina il Ministro Tremonti e lo stesso Ministro Vito, di riproporre la questione oggi in Aula, così come avete ripresentato l’emendamento sulla sicurezza dei siti nucleari, che aveva seguito lo stesso iter. Il problema non riguarda il fatto – come questa mattina ha affermato in Aula il Ministro Tremonti – che il timore della ricaduta rende vana la tassa, bensì riguarda quali iniziative, quali controlli e quali prevenzioni si mettano in campo per ridurre il danno. Capisco che l’autunno sarà politicamente caldo, in quanto l’arrivo della legge sul federalismo vi imporrà livelli di discussione e di mediazione difficili e che, dunque, un buon accumulo di riserve potrà servire al Governo o meglio al Ministro dell’economia e delle finanze per dirigere il traffico, ma state sbagliando a non affrontare la situazione sociale che si sta creando a seguito delle difficoltà economiche dei cittadini.

Ciononostante, avete presentato un emendamento e non vi è bastato che i presidenti delle Commissioni bilancio e finanze lo abbiano dichiarato inammissibile, ma avete insistito, presentandone uno ulteriore. ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, molti colleghi hanno evidenziato l’anomalia di questa discussione sulle linee generali che inizia dopo che il Governo ha annunciato la volontà di porre la questione di fiducia, nuova maglietta del napoli peraltro su un testo diverso da quello approvato dalle Commissioni. Non vi è bastato che il Capo dello Stato, sin dall’inizio dell’iter del provvedimento, avesse rilevato l’anomalia? Siamo di fronte a una manovra di tagli pesanti, che incide su molti settori sensibili della nostra società: gli enti locali, gli apparati della sicurezza, la sanità, la scuola, il Mezzogiorno e i rapporti di lavoro. Se mancano le risorse finanziarie per colmare questo gap, allora ci domandiamo se era opportuno decidere che il taglio dell’ICI avvenisse a svantaggio dei fondi destinati alle opere pubbliche nel Mezzogiorno. 61tutte le componenti politiche, costretti, dopo gli esiti incerti delle compensazioni successive alla abolizione dell’ICI, a fare i conti con questa riduzione ulteriore, che, in prima stesura, poco distingueva addirittura tra comuni virtuosi e non, quasi che il taglio della spesa pubblica non debba essere per niente ancorato a criteri di qualità.

Voi non solo non fate quanto il Parlamento ha deciso, ma non fate alcun taglio delle tasse. Tuttavia, la risposta non consiste nell’attaccare la Banca centrale europea o l’unione monetaria, come fate voi ogni giorno; occorre, invece, correggere tale asimmetria, rafforzando il coordinamento delle politiche economiche e la convergenza progressiva delle principali scelte finanziarie. Inoltre, la crisi dei mutui, alla quale – mi sia consentito – il Governo ha dato una risposta truccata, la crescita rapida e fuori controllo dell’inflazione – anche ieri il tetto si è superato – sostenuta dagli aumenti, talvolta sconsiderati, dei prezzi e delle tariffe delineano un quadro davvero preoccupante. La fretta, inoltre, si sa, non è sempre buona consigliera, sicché la fretta di legiferare su tutto e subito vi ha portato a commettere errori, a dovervi correggere e a modificare le vostre stesse scelte. Tutto bene, ma ha tralasciato un particolare di non poco conto. Discuteremo di questo e può darsi anche che troveremo un accordo su alcuni aspetti o che non lo troveremo ma almeno sarà tutto trasparente. È una realtà sociale nuova e in movimento, distribuita tra tutto l’elettorato, che non è più diviso secondo i tradizionali parametri ideologici. Siamo di fronte ad una nuova questione sociale, per usare una pregnante espressione, che ha caratterizzato una parte significativa della cultura socialePag.

Ecco la nuova questione sociale e quando affermiamo che questa è la priorità non stiamo facendo alcuna operazione salarialista ed economicistica. L’indizio vale anche per il merito della questione, considerato l’andamento della borsa elettrica che, solo in Italia, in una settimana, è aumentata del 23 per cento, reagendo anticipatamente all’annuncio della nuova tassa. Ma il vero errore di questa manovra è che, mentre tagliate, non rilanciate. Ma è anche vero che – e qui sta il cuore del problema – questo fenomeno non è esclusivamente economico. Una gioia per tutti i bambini georgiani di allora che riuscirono anche a incontrare di persona il fenomeno portoghese. 142delle sue risorse più accreditate, e poi si trovano tagli al mondo degli insegnanti piuttosto che al bilancio dell’università, e anche qui va rimarcata la posizione unanime dei rettori italiani, che hanno stigmatizzato la decisione del Governo di portare tagli così lineari e gravosi, tali da portare al dissesto finanziario le pubbliche università italiane. Si parla di scuola, di università come elementi strategici nello sviluppo di un Paese che ha fatto del genio italico unaPag.