132del nostro Paese e comunque contribuisce a fornire degli elementi di verità indispensabili nel momento in cui ci si potrebbe chiedere, leggendo questa manovra, dove ci eravamo lasciati. La verità è che questa – come hanno già detto molti colleghi – è una manovra di tagli pesanti, che incide su molti nodi centrali della nostra società, gli enti locali, gli apparati della sicurezza, la sanità, la scuola, il Mezzogiorno e i rapporti di lavoro. Si terrà conto, nella discussione sulle linee generali, degli impedimenti o degli ulteriori sviluppi delle decisioni sul nostro lavoro. Pertanto, quando lei, onorevole Di Pietro, afferma che in sessanta giorni, otto settimane di lavoro intenso (lo dico a tutti noi), questo Parlamento si è occupato solo dell’interesse del Presidente del Consiglio o di giustizia, commette un errore e lo sa bene. Il contributo che il Parlamento può dare al proprio ruolo viene meno solo perché si dà meno tempo o, nella storia del Parlamento, abbiamo visto che il tempo a disposizione non è certamente sinonimo del fatto che il Parlamento conti di più? Credo che su questo dovremmo fare, senza pregiudizi, una riflessione seria, che ci deve far capire che anche il Parlamento, anche i Regolamenti, anche la funzione del Parlamento stesso devono cambiare rispettoPag.
Allora, forse la riflessione che dobbiamo fare e lo spunto che ci viene dato oggi da questo dibattito è esattamente questo: accettare la sfida del cambiamento, la sfida di volere ben dire agli italiani che le istituzioni, il Governo e il Parlamento, hanno un valore forte. Onorevole Di Pietro, se lei ritenesse non vani e vacui le nostre istituzioni, le nostre procedure e i nostri dibattiti, saprebbe bene che fra due ore inizia una discussione sulle linee generali, alla quale tutti noi dovremmo affidare un’importanza seria. Era il tempo dei nostri “abatini” Rivera e Mazzola, per intenderci. Noi crediamo nell’abolizione dell’ICI, non solo perché è un impegno elettorale, ma perché riguarda l’80 per cento dei nostri cittadini, perché è una tassa sbagliata, in quanto tassa la casa, che è un bene che contribuisce alla qualità della vita di ogni cittadino. Ma, ahimè, c’è anche un importante e significativo capitolo che riguarda la vita istituzionale del nostro Paese. Il nostro gruppo, anche perché rimanga agli atti, vuole ringraziare (come ha fatto lei, signor Presidente) tutti i membri della Commissione finanze e della Commissione bilancio che in questi numerosi giorni hanno lavorato intensamente, confrontandosi seriamente sui contenuti proposti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Il suo tempo è terminato, onorevole Di Pietro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Vi sono misure importanti e fondamentali per Roma capitale dopo decenni che il Parlamento discute, senza costrutto, sullo status da riconoscere alla capitale della Repubblica, per permettere alla città di Roma di essere all’altezza dei compiti che le competono come capitale e come rappresentanza a livello internazionale del nostro popolo. Non avrebbe potuto contestare le manovre di politica economica, per ridare – perché noi crediamo che sia così e lo abbiamo scritto nel nostro programma – fiducia e sviluppo a questo Paese, detassando gli straordinari o i premi di produzione. Si cambia, infatti, il sistema sanitario del nostro Paese, in quanto si individuanoPag. Credo che sia ancora forte il messaggio elettorale arrivato dal Paese, un Paese che si è trovato a scegliere una classe politica al di là della litigiosità. Sicuramente, sarà necessario apportare miglioramenti: il quoziente familiare, certo, è un obiettivo futuro per il Paese, che ci viene richiesto con forza e che pensiamo di poter consegnare alla discussione futura. Ma tagliare per abbattere i costi, senza chiedersi quale sviluppo prospettico precludiamo, non credo sia proficuo. Tuttavia, non è possibile immaginare una crescita con uno Stato che paralizza con centomila leggi e che cerca di far di tutto per mettere il bastone fra le ruote a chi vuole produrre e non consente, invece, un libero sviluppo a chi ha voglia di lavorare.
La classifica è una media delle medie calcolata su 90 indicatori da fonti certificate (Istat, Banca d’Italia, Istituto Tagliacarne, Infocamere e molti altri), su base provinciale e rapportati alla popolazione residente, divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, salute e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Si sapeva che la congiuntura economica non era delle migliori, che la strada era piena di intoppi e di buche. Il provvedimento in oggetto riconsegna al Paese un’idea di crescita e di poter superare l’attuale difficoltà legata alla congiuntura internazionale, ma tenendo presente alcuni punti fermi: quello della famiglia, ad esempio, su cui si è intervenuti. MAURIZIO LUPI. Altrimenti, onorevole Di Pietro – lo dico anche all’onorevole Tabacci, con la stima che anch’io ho per lui – l’onorevole Tabacci oggi non avrebbe potuto dire, con tutta la forza giusta e la passione che ci ha messo e anche con idee diverse, che, per esempio, noi abbiamo adottato un provvedimento che lui ritiene sbagliato e che noi, invece, riteniamo giusto, che è quello recante l’abolizione dell’ICI. In quel luogo, intervenendo in maniera più ampia, lei avrebbe potuto e potrebbe portare tutte le motivazioni e le ragioni che oggi ha riferito, dando il suo contributo.
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