Grazie al live streaming, è possibile trasmettere le partite di calcio in tempo reale su piattaforme online, offrendo un’esperienza coinvolgente e immediata agli spettatori. Ovviamente, anche questa divisa, è firmata Adidas e attende il main sponsor della prossima stagione dei bianconeri, che dovrebbe essere ufficializzato nelle prossime settimane, e segnare un netto cambio di paradigma rispetto agli ultimi anni visto che si tratterà di un marchio fuori dalla galassia Exor, azionista di maggioranza della Juve. Viene messa in bacheca un’altra Coppa Intercontinentale: ad essere battuto nel 1998 è il Vasco da Gama, mentre va male due anni dopo contro il Boca Juniors. Questi contenuti possono essere condivisi sui social media o sul blog aziendale, generando interesse e coinvolgimento da parte dei tifosi. Negli stessi anni la squadra prende parte a due edizioni della Supercoppa UEFA, ma perde entrambe le finali rispettivamente contro il Chelsea e i turchi del Galatasaray, quest’ultima al golden goal. I salentini, spostatisi nel 1966 allo stadio Via del mare, risalgono in seconda serie al termine dell’annata 1975-1976, vincendo campionato, Coppa Italia di Serie C, nella cui finale superano per 1-0 il Monza, e Coppa Italo-Inglese Semiprofessionisti, dopo aver ribaltato con un 4-0 la sconfitta esterna rimediata contro lo Scarborough (1-0 in Inghilterra).

Nel 1943 viene eletto a presidente l’ex giocatore Santiago Bernabéu che decide, tra le altre cose, la costruzione di un nuovo stadio. L’impianto, situato sempre a Chamartín, viene inaugurato 14 dicembre 1947 e sarà ribattezzato stadio Santiago Bernabéu il 4 gennaio 1955. I Blancos vincono altre due coppe (ora chiamate “del Generalísimo” in onore del Caudillo Francisco Franco) nel 1946 e nel 1947, ma ottengono poco dopo il peggior piazzamento di sempre in campionato, l’undicesimo posto del 1947-1948, due soli punti sopra la zona retrocessione. Il club si trasferisce nel 1924 nel più ampio Stadio di Chamartín, e finalmente nel 1928 inizia il campionato nazionale. Il ritorno in massima divisione viene condito da un calciomercato da grandi nomi: oltre alla conferma dei big protagonisti della stagione precedente come Albert Guðmundsson (autore di 11 gol e 8 assist), Morten Frendrup e Radu Drăgușin, vengono acquistati Mateo Retegui, attaccante della nazionale italiana, dal Tigre, Ruslan Malinovskyi dal Marsiglia, Aaron Martin a parametro zero dal Mainz 05, Junior Messias dal Milan, Koni De Winter dalla Juventus e Morten Thorsby dall’Union Berlino. Quel giorno il cantante e leader Bono è salito sul palco del Stadio nazionale del Cile insieme al resto dei membri indossando la maglia numero 11 di Marcelo Salas, dove nello stesso momento sono stati mostrati su uno schermo televisivo gigante i gol di Salas per il Cile contro l’Inghilterra allo stadio di Wembley.

Nel 2016 è l’ex stella Zinédine Zidane a sedersi in panchina: sotto la guida del francese la squadra si aggiudica la UEFA Champions League per tre volte consecutive (2015-2016, 2016-2017 e 2017-2018, rispettivamente contro Atlético Madrid, Juventus e Liverpool), una striscia record nell’era della Champions, oltre a due Supercoppe UEFA, tre Coppe del mondo per club e, in ambito nazionale, il campionato 2016-2017 e due Supercoppe di Spagna. Nel 1935 il Palestra inizia a farsi conoscere fuori del paese, disputando amichevoli contro il Boca Juniors (pareggio per 1 a 1), l’Espanyol, di Barcellona (sconfitta per 2 a 0). Nel 1940 il Palestra ebbe l’onore di inaugurare lo stadio Pacaembu, incontrando il Coritiba e vincendolo con una goleada (6 a 2). Nel 1941 debutta nella squadra quello che sarà l’idolo negli anni 40, il portiere Oberdan Cattani. Il decennio successivo si apre con la nascita della Coppa Intercontinentale e il club vince subito la prima edizione del 1960 battendo nel doppio confronto il Peñarol. 2013-2014 il Real Madrid di Carlo Ancelotti vince la decima UEFA Champions League battendo in finale i concittadini dell’Atlético Madrid, e, per la prima volta, la Coppa del mondo per club FIFA. 1920 – Alfonso XIII di Spagna conferisce il titolo di Real al club, che cambia denominazione in Real Madrid Foot-Ball Club.

La squadra ottiene nel 1917 il quinto successo in Coppa del Re, ma già dal 1912 aveva iniziato a giocare nel campo de O’Donnell; nel 1920 il re Alfonso XIII di Spagna gli conferisce perciò il titolo di “Real”. Lentamente alcuni degli artefici dei recenti successi lasciano, venendo però sostituiti da una nuova generazione di campioni, passata alla storia come Yé-yé: il più rappresentativo di tutti è Francisco Gento, già stella del Real Madrid cinque volte vincitore della Coppa dei Campioni, mentre altri sono José Araquistáin, Pachín, Pedro de Felipe, Manuel Sanchís Martínez, Pirri, Ignacio Zoco, Francisco Serena, Amancio Amaro, Ramón Grosso e Manuel Velázquez. Gli anni Ottanta si aprono col ventesimo titolo del 1980 e con la quattordicesima Coppa (ritornata da poco a chiamarsi “del Re” dopo la fine del Franchismo), inoltre i Blancos raggiungono nuovamente l’ultimo atto nelle competizioni europee, nella Coppa dei Campioni 1980-1981 e nella Coppa delle Coppe 1982-1983; sono però sconfitti da Liverpool e Aberdeen. Di seguito è riportato l’elenco dei principali marcatori nelle partite ufficiali del derby d’Italia. Malgrado la politica dei Galácticos, la squadra, dopo il controverso esonero di del Bosque, sollevato dall’incarico meno di ventiquattr’ore dopo la vittoria della Liga al termine della stagione 2002-2003, vive in seguito alcuni anni di insuccessi.

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