Maglie calcio ufficiali 2016 / 2017: tutte le squadre messe in campo da ... Nel 1929-30 il Real fece il suo debutto in Liga, l’anno seguente viene tolto alla società il titolo di Real e la corona sullo stemma viene sostituita dalla frangia di porpora (coincidendo con i colori repubblicani). Dopo due anni di digiuno a livello nazionale, nel 1960-1961 il Real Madrid tornò ad aggiudicarsi la Liga, dominata e vinta con 12 punti di vantaggio rispetto ai rivali dell’Atlético Madrid. Una divisa che si discosta da quella della stagione appena terminata e che richiama la casacca indossata nel 1998-99, anno in cui Adidas tornò a vestire i Blancos senza mai più lasciarli. Il match, disputato il 3 giugno 2017, vede i blancos surclassare i bianconeri con il punteggio di 4-1. Nel primo tempo le due squadre si equivalgono: al gol del solito Cristiano Ronaldo realizzato al 20′ replica, sette minuti più tardi, il centravanti croato Mandžukić. Il decennio che va dal 1912 al 1922 sarà per il Madrid ricco di vittorie, tra cui la Coppa del Re e il Campionato regionale nel 1913, in un torneo a 4 squadre, battendo in finale i rivali dell’Atlético per 3-2; disputa 5 finali consecutive di Campionato Regionale vincendone ben quattro, di cui 3 in finale con l’Atlético.

Poi, dal 1925-26 al 1935-36 (anno in cui fu interrotto per via della Guerra civile spagnola) disputò altre 11 finali consecutive del Campionato Regionale vincendone 10 (il torneo fu ripreso solo per un anno nel 1939-40, ma il Real fu sconfitto in finale dall’Atlético). I numeri però sono fatti per essere interpretati; e a volte la matematica sa essere ingannevole nel presentare le sue statistiche. Real Madrid rimane una delle squadre di punta del brand e che nella propria rosa sono presenti alcuni giocatori sul quale il marchio tedesco sta puntando tantissimo, tra cui Jude Bellingham. Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del Real Valladolid C.F.. Real Valladolid Club de Fútbol, su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. Il Milan football & cricket club nacque nel 1899 in un albergo di piazza della Repubblica. Egli si impegnò inoltre nella costruzione del nuovo stadio a Chamartín, terminato nel 1947 e ribattezzato in suo onore il 4 gennaio 1955, all’epoca il più grande impianto calcistico d’Europa; nel far questo chiese e ricevette l’aiuto degli oltre 40.000 soci del club, che pagarono di tasca propria la realizzazione della struttura.

Nel 1924, fu inaugurato il nuovo Stadio Chamartín, con una capienza di 15’000 posti a sedere. Nel 1966-67 i merengues uscirono sconfitti dal doppio scontro Intercontinentale con il Peñarol, venendo sconfitti due volte per 2-0. Anche in Coppa dei Campioni il Madrid uscì sconfitto (ai quarti contro l’Inter). Anche in Coppa del Re la squadra della capitale riuscì ad ottenere la vittoria: raggiunse la finale eliminando tra le altre il Barcellona ai quarti di finale (sconfitta 1-0 e vittoria 3-1) e il Saragozza in semifinale (vittorie per 2-1 e 4-1). Nell’ultimo atto vinse 2-1 il Siviglia grazie a una doppietta di Puskás. Da allora i blancos diedero luogo a 11 risultati utili consecutivi che permisero loro di riprendere il primo posto alla 27ª giornata, grazie ad una vittoria per 1-0 in casa del Gijón, diretto concorrente per il titolo. Il bilancio nelle sfide contro Atlético e Barcellona fu positivo: due vittorie, entrambe per 1-0 nel girone di andata, e due pareggi.

Il Real Madrid tornò protagonista già l’anno successivo: nonostante la sconfitta al primo turno contro il Salamanca (2-1), inanellò una serie di vittorie che lo portò al primo posto fin dalla terza giornata. L’anno seguente rivinse il titolo nazionale, mai in discussione, con i “Merengues” in grado di issarsi alla vetta solitaria della classifica dopo 3 giornate e non lasciarla più. L’anno seguente i blancos non furono in grado di ripetere le gesta degli anni precedenti: una partenza poco convincente li escluse fin dall’inizio dalla lotta per il titolo. Il percorso fu subito in salita per i madrileni impegnati contro l’Anderlecht agli ottavi di finale: l’andata fu persa in Belgio per 3-0, ma al ritorno, spinta dal proprio pubblico, la squadra realizzò una storica rimonta vincendo per 6-1 e avanzando al turno successivo; eliminato il Tottenham, assistiamo in semifinale a un’altra epica rimonta, questa volta ai danni dell’Inter: sconfitti al Meazza per 2-0, in casa i blancos si impongono per 3-0 grazie a una doppietta di Santillana, vera bestia nera dell’Inter in quegli anni.