Con l’avvento di Joan Laporta alla presidenza è stata incentivata l’esecuzione dell’inno al Camp Nou da parte di diversi cantanti ed ensemble musicali, solitamente prima della disputa delle partite di calcio. Dal 1922 al 1957 disputò le sue partite interne nel Camp de Les Corts, inaugurato per accogliere 30 000 spettatori e che giunse a ospitare fino a 60 000 persone. A metà degli anni novanta l’esperienza fu ripetuta e il club iniziò a impegnarsi seriamente nella lotta contro la droga, organizzando diverse partite a scopo benefico in collaborazione con la Fundación de Ayuda contra la Droga. Quel giorno il cantante e leader Bono è salito sul palco del Stadio nazionale del Cile insieme al resto dei membri indossando la maglia numero 11 di Marcelo Salas, dove nello stesso momento sono stati mostrati su uno schermo televisivo gigante i gol di Salas per il Cile contro l’Inghilterra allo stadio di Wembley. Un anno dopo, ha aiutato il River a raggiungere le semifinali della Coppa Libertadores 2005, segnando una tripletta nel secondo turno contro la Liga de Quito. Il contratto comprendeva anche due clausole da 1 milione di euro ciascuna: una se il Villarreal si piazzava tra le prime 4 nella Liga 2005-2006, e un’altra identica valevole per la stagione successiva.

Nella stagione 2006-2007 debuttò uno sponsor sui generis, UNICEF, cui il Barcellona diede gratuitamente visibilità sulle proprie maglie. La stagione successiva Riquelme tornò a giocare sui suoi standard abituali; la squadra vinse la Coppa Intertoto e con 15 gol e 11 assist Riquelme fu uno dei principali artefici del memorabile campionato del Villarreal, che con il terzo posto si garantì l’accesso in Champions League. Dalla stagione 2016-2017 la Lega Pro ha concesso l’incremento dello spazio totale dedicato ai marchi pubblicitari sulla parte frontale della maglia a 350 cm², con il limite massimo di 250 cm² destinabili a un singolo sponsor. Nel 2000-2001 si tornò al tradizionale design a strisce verticali larghe, con una maglia a prima vista estremamente simile a quella del 1998, quasi a volerne compensare la breve durata. Nel 1974 il club poté riadottare la denominazione storica F.C.B. Una fascia divisoria a mezza altezza conteneva invece le iniziali della denominazione sociale, F.C.B. L’impianto di Saint-Ouen – oggi noto con il nome stade Bauer in onore del medico Jean-Claude Bauer – fu messo a disposizione del club per ospitare la prima partita della stagione 1971-1972, a causa dell’opera di ristrutturazione che precludeva l’utilizzo del Parco dei Principi. Dal 1957, anno della sua inaugurazione, l’impianto di gioco del club è il Camp Nou.

Ritornato dal prestito nella sessione invernale di calciomercato. Dal 2011 il logo dell’UNICEF è passato sulla parte posteriore delle maglie, mentre sulla parte anteriore compare il marchio della Qatar Foundation. Il testo, interamente in catalano, è opera di Jaume Picas e Josep Maria Espinàs, mentre la musica fu composta da Manuel Valls. Anche per la stagione 2018-2019 sia lo sponsor ufficiale che lo sponsor tecnico rimangono invariati: infatti Standard Chartered Bank rimane lo sponsor ufficiale, mentre quello tecnico è ancora New Balance. Nella stagione 2023-2024, a causa della ristrutturazione del Camp Nou, il Barcellona gioca le sue gare interne allo stadio olimpico Lluís Companys. Nella stagione 2013-2014 fece il suo esordio il primo sponsor prettamente commerciale, Qatar Airways. Dal 2011 al 2013 sulle divise ufficiali della squadra comparve il marchio della Qatar Foundation, che si legò ai catalani come un tradizionale sponsor, cioè pagando la sua presenza sulle maglie blaugrana. Come dice una strofa, tant se val d’on venim, si del sud o del nord, una bandera ens agermana (“non importa da dove veniamo, se dal sud o dal nord, ci affratella una bandiera”).

Secondo quanto affermato dal Barcellona, tale soluzione fu mantenuta fino al 1910, anno in cui Joan Gamper propose di dotare il club di un vero e proprio simbolo personale. La modifica di maggiore entità venne implementata nel 1941, allorché sotto il regime di Francisco Franco venne imposto al Barcellona di “ispanizzare” la propria identità: la palatura giallo-rossa del cantone superiore destro venne resa meno fitta (onde attenuarne il significato di simbolo catalano) e la sigla sociale venne mutata in C.F.B. Il Barcellona si trasferì poi al Camp de Les Corts nel 1922, che inizialmente aveva una capacità di 20.000 posti, successivamente triplicati fino a raggiungere quota 60.000. Si deve alla fila superiore (c’erano solo due livelli) del primo stadio l’origine del soprannome catalano culer (pl. Lo stesso argomento in dettaglio: Camp de Les Corts e Camp Nou. L’etimologia del soprannome culés data ai tifosi del Barcellona, è legata proprio agli anni trascorsi al “Les Corts”: dall’esterno dello stadio, infatti, i passanti vedevano solo le natiche degli spettatori della fila più alta. Inoltre il Barcellona, nel periodo 2006-2011, ha collocato il logo dell’UNICEF al centro delle proprie maglie, contravvenendo alla storica regola del club secondo cui ogni tipo di pubblicità sulle divise era proibita.

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