1911 – Fondazione dell’Associazione Mantovana del Calcio. Per questo elogio, avvenuto prima della divulgazione del rapporto Kruscev con cui furono denunciati i crimini di Stalin, Pertini venne molto criticato, ad esempio da Indro Montanelli e da Marcello Veneziani; in un articolo della Fondazione Pertini si precisa che «egli nel 1953 ricordava lo Stalin difensore di Stalingrado e co-liberatore dell’Europa dalla barbarie nazista; lo Stalin al quale strinsero la mano Winston Churchill e Franklin Roosevelt» e che «Sandro Pertini ha lottato contro ogni forma di totalitarismo per la realizzazione piena di sistemi democratici fondati sulla libertà e sulla giustizia sociale» con «molte prese di posizione che Sandro Pertini assunse di petto, come era solito fare, anche contro il regime sovietico». 7 aprile 2024, in virtù del pareggio per 1-1 tra Padova e Lumezzane, il Mantova (forte di 9 punti di vantaggio) conquista la promozione aritmetica in Serie B, con tre giornate d’anticipo, tornando così in cadetteria dopo 14 anni d’assenza. Il Mantova si rivela competitivo e a novembre raggiunge addirittura il quarto posto; un girone di ritorno in tono minore (in cui si registra anche la sconfitta interna per 0-6 contro il Padova) non inficia il raggiungimento della salvezza con cinque giornate di anticipo e la qualificazione ai playoff promozione, ove il cammino termina già al primo turno con la sconfitta per 2-1 a Cesena.
Le contromisure portano un qualche risultato e alla penultima giornata i virgiliani si issano fuori dalla zona playout, salvo poi rientrarci a seguito della sconfitta contro il Padova nell’ultima partita della stagione regolare; il doppio confronto contro l’AlbinoLeffe viene vinto da quest’ultima, sancendo (per la prima volta dal 1954) la retrocessione sul campo del Mantova tra i dilettanti. La nuova stagione vede confermato l’assetto societario dell’anno precedente; la squadra, in gran parte rivoluzionata, viene affidata all’emergente tecnico Brando con l’obiettivo di conquistare la promozione diretta. Si apre in una nuova finestra. Una nuova serie negativa nel mese di marzo tuttavia costa la panchina anche a Galderisi: la matematica salvezza, conquistata all’ultima giornata con un 3-0 sulla Pro Vercelli, viene conseguita nuovamente sotto la guida di Lauro. Retrocesso nella nuova Prima Divisione a gironi interregionali istituita dalla Carta di Viareggio. Ricordatevi però che prima di dare un qualsiasi contributo bisogna iscriversi, l’iscrizione non comporta assolutamente nulla ma ci serve solo per sapere chi ci aiuta.
Le nuove mani presentano però lo svantaggio di essere più larghe, non consentendo di impugnare gli accessori costruiti invece precedentemente per essere impugnati dalle mani diritte, dotati cioè di un paio di “alette” in cui vengono infilate le mani. Negli anni seguenti la prima divisa rimase pressoché invariata, con l’unica particolarità dell’incontro con il Lussemburgo disputato a Genova il 31 marzo 1973, valido per le qualificazione a Germania Ovest 1974, quando la maglia azzurra presentò il bordo del collo e delle maniche di colore blu scuro, unica volta in cui venne indossata con questa particolarità. Altra maglia peculiare adottata dal Mantova è quella creata per celebrare il centenario dalla fondazione, nel 2011: una divisa azzurra attraversata frontalmente da una sbarra biancorossa. Tale schema cromatico venne articolato nella divisa casalinga in una soluzione del tutto inedita per il calcio italiano: una maglia bianca sbarrata di rosso. Negli anni 1960, in coincidenza con un periodo nel quale la squadra ebbe una crisi di risultati, la divisa venne mutata in una semplice maglia monocroma rossa abbinata a pantaloncini bianchi. La prima divisa del Mantova si componeva di maglia e calzettoni azzurri abbinati a pantaloncini bianchi. Non sono tuttavia mancate sperimentazioni cromatiche diverse e peculiari: in alcune circostanze il Mantova ha adottato una divisa che declina il summenzionato tema sbarrato sulle tinte giallo-verdi.
La divisa con la sbarra (comunemente denominata bianco-bandata) tornò ad essere impiegata occasionalmente in alcune partite degli anni 1990: il suo definitivo recupero si deve all’iniziativa del patron Fabrizio Lori ai primi del terzo millennio. 14ª giornata i virgiliani sono primi a pari punti col Padova, maglia roma terza che viene sorpassato grazie a una doppia vittoria (contro due pareggi veneti) nei successivi turni. La tifoseria, col tempo, ha pienamente metabolizzato questo schema cromatico e l’ha rivendicato quale parte della propria identità. I nuovi residenti, invece, apprezzano la possibilità di partecipare alla vita del quartiere e di sentirsi parte di una comunità. In estate Troise lascia la panchina virgiliana e gli subentra Maurizio Lauro; viene confermata buona parte dell’ossatura della squadra, ma diversi elementi promettenti lasciano Mantova. Dal secondo dopoguerra in poi lo stemma societario delle varie realtà che hanno portato il nome Mantova si articola su due elementi: lo stemma araldico cittadino (d’argento alla croce piena di rosso accantonata alla destra del capo della testa di Virgilio al naturale posta di fronte, attorcigliata di un serto di alloro) e un disco celeste (allusione al primo colore sociale indossato dai virgiliani, in uso fino agli anni 1950 e poi sostituito dal bianco-rosso).
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