Questo marchio tecnologico è stato la chiave per la prima partita di calcio trasmessa in televisione nei Paesi Bassi anni dopo: PSV Eindhoven contro E.V.V. Un dibattito riaperto prepotentemente proprio in questi giorni in occasione delle anticipazioni della nuova maglia della Juventus per la prossima stagione. Un’impresa come quella realizzata dal Torino nella stagione sportiva 1975/76 si costruisce se c’è un gruppo allargato di persone che lavora e vive in armonia. Non c’è stata – si capisce – l’allegria di tanti anni fa: troppa gente manca, crea maglia calcio qualcuno per sempre. Ma con quella gente lì, era proprio come pestar l’acqua nel mortaio. Fu così che Beatrice, la ragazzina amputata a gambe e braccia che tira di scherma seduta su una carrozzina, incontrò Ciro e Lorenzo e Marco e gli altri calciatori della Nazionale, quelli che giocano per professione allo sport più importante non solo in Italia, che il luogo comune indica come viziati e superficiali, che la gente quasi idolatra, ma poi considera strapagati.

E quando si fa proprio freddo, allora aiuta un leggings imbottito, da mettere sotto i pantaloncini e che sia stretto alle gambe. Successe anche ai Ravens, prima di giocare il Superbowl, la finale del campionato di football americano che paralizza gli States: incontrarono Jessica Long, la più grande nuotatrice paralimpica, amputata a entrambe le gambe (quell’incontro è raccontato su Paralimpici, con anche un video). I Bears sono stati anche la prima squadra a trasmettere le partite alla radio. Ho avuto un’indiscrezione, pare che nei bagni di Radio Padania, ci fossero degli uomini vestiti di verde scoperti ad esultare al gol di De Rossi durante Italia-Paraguay. La Germania non vi ha mai battuto nei grandi tornei. Ma adesso è pronto per quella che definisce una battaglia ancora più difficile contro la Germania. Quindi se abbiamo messo il 120% contro la Spagna, dovremo dare anche di più per battere questa Germania. Caldo per molti versi: perché la stagione sarà nel vivo e perché nascerà il bimbo che Andriy e Kristen hanno deciso di chiamare Jordan. La magica stagione ’75-76, il sottotiolo del libro, è la stagione della conquista dell’ultimo scudetto del Toro, uno scudetto che Pecci conquista al primo anno con la maglia granata.

Appetizing sausage in a beautiful still life. Appetizing sausage in a beautiful still life. Delicious and natural products. vendita maglie calcio stock pictures, royalty-free photos & images Una svolta epocale, con le tradizionali strisce verticali sparite per lasciar posto ad una maglia divisa perfettamente in due dal bianco e il nero, e con una strisciolina sottile rosa al centro. Il Brasile ci invitò per delle partite contro Flamengo e Botafogo, nel frattempo il mondo del calcio aveva stabilito che l’Honved ufficialmente non esisteva più. Non avessi avuto questa convinzione non avrei chiesto a Bebe, portatrice sana di valori enormi, di venire a trovarci nel nostro ritiro. Siamo 23 titolari, siamo tutti importanti e tutti pronti a dare il nostro contributo, quindi qualora dovesse mancare qualcuno ci sarà un sostituto pronto a dare il 150% per far sì di vincere anche questa battaglia. Per questo motivo, le divise da calcio firmate dal nostro team di designer sono corredate da inserti in mesh traspiranti, lazio maglie tessuti antiumidità con tecnologia AEROREADY e una vasta gamma di dettagli a coste per un look curato e confortevole. Ma non ci si sposa per questo. A completare il tutto 34 fotografie (più 2 della copertina), quasi tutte in bianco e nero, che hanno la capacità di saper riavvolgere il nastro dei ricordi e trasportati, per il tempo della lettura, ad esultare con Pulici e Graziani, con Castellini e Claudio Sala e, ovviamente, con quel ragazzo dall’accento bolognese e la maglia numero 8 sulle spalle: Eraldo Pecci.

Paolo Pulici, Ciccio Graziani, Claudio Sala, Renato Zaccarelli, lo stesso Eraldo Pecci. Pecci non dimentica niente e nessuno. E ciò che racconta Eraldo Pecci ne il Il Toro non può perdere è davvero una bella storia, una bella storia d’amore. Un’umanità, rievocata anche nelle pagine scritte da Eraldo Pecci, che c’informa di un Paese migliore, sano e ricco di futuro. Ci sono anche quelle e qualche volta sono intolleranti come quelle del pallone, magari di più. Una volta che si iniziano le trasferte, il pericolo di contaminazione è più alta, basta un solo giocatore e si blocca il campionato. I paladini del vino “naturale” che disprezzano i bevitori di vino “kimiko” (scrivono proprio così, con le kappa), gli antagonisti che a loro volta osteggiano il vino “naturale” perché “puzza” (questa è la motivazione più gettonata), i bioqualcosa che danno dell’avvelenatore a chi utilizza prodotti fitosanitari, i convenzionali che affermano che il rame inquina perfino di più.Lo confesso, sono agnostico, anche qui.