Dal basket alla serie B di calcio, la qualità del lavoro di Alfredo è attestata dai numerosi premi vinti nel corso degli anni, dalla quantità dei libri pubblicati e dalla coda di pubblico che quotidianamente lo segue in Tv e sui social. Vi è preoccupazione per i contenuti fortemente ideologici e inadeguati, nonché per i significativi interventi emendativi d’iniziativa del Governo che ne hanno modificato in corso d’opera il contenuto originario. Impiegherò questi pochi minuti a questa tarda ora, soffermandomi su tre questioni: ciò che sta succedendo all’economia del nostro Paese; alcuni punti del merito e, prima ancora, del metodo del progetto che il Governo presenta e una questione particolare, che credo sia una questionePag. Ma ancora, potrei andare avanti con altri esempi: lo Sportello unico per l’impresa. Non ci troviamo di fronte a misure virtuose e premianti per chi gestisce meglio la cosa pubblica, inserendo, ad esempio, meccanismi di competitività e merito, ma ci troviamo, in realtà, di fronte a provvedimenti di un Governo che lancia il sasso e nasconde la mano, lasciando in balia degli eventi le sorti del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La tanto decantata Robin tax – che prende il nome dal celebre eroe della letteratura inglese, che rubava ai ricchi per donare ai poveri – è solo una buona trovata pubblicitaria, ma la realtà è un’altra, perché il costo della supertassa ai ricchi petrolieri lo pagheranno i cittadini consumatori con l’aumento del costo dei carburanti (questo è il rischio) e l’aumento del costo dei consumi e dei servizi graverà soprattutto sulle famiglie a reddito medio-basso.
Un’altra raccomandazione e con essa, vista l’ora, vorrei concludere: il provvedimento sul federalismo fiscale non sia visto come un provvedimento punitivo rispetto ad una parte del Paese ma veda l’Italia in termini unitari e, attraverso una redistribuzione delle risorse, possa finalmente riaprire la necessaria politica di risposta ai cittadini nei vari settori. Vogliamo destinare queste risorse all’azione più coerente che possiamo fare in questa fase: la diminuzione del prelievo fiscale nei confronti dei pensionati e dei lavoratori, nel rispetto del comma 4 dell’articolo 1, che costituirebbe veramente una risposta coerente al problema dell’aumento dei consumi interni e una risposta ai cittadini con redditi inferiori ai 50 mila euro che, considerato il tasso di inflazione programmata bassissimo e tutti gli elementi che state portando, non hanno una risposta. Pertanto, noi sfideremo il Ministro Tremonti a discutere sul tema del processo di liberalizzazione, di eliminare gli extraprofitti e restituire ai consumatori sotto forma di risparmio, come è stato fatto sulle assicurazioni – non vorrei ricordare molte cose – per poter dare al Paese una risposta seria e coerente. Sono quelli i costi che vanno sui consumi in un regime di monopolio dove alcune imprese determinano gli elementi di presenza delle imprese stesse.
Questo è un invito che vi rivolgiamo con molta forza: sappiamo che il Paese non può sostenere i tagli lineari, perché si muove, si ribella e vuole una politica di riforma sui tagli della spesa pubblica. Al di là di questa divagazione, sul tema di fondo vi diamo un suggerimento: i prossimi provvedimenti siano di riforma strutturale del Paese e della dinamica della spesa pubblica. Se si volesse davvero far crescere e modernizzare il Paese, si metterebbero in agenda misure urgenti per favorire l’occupazione femminile, che, oltre a costituire elemento di civiltà ed attuazione dell’articolo 4 della nostra Costituzione, produrrebbe un circolo virtuoso tra lavoro, consumi e investimenti, facendo aumentare il prodotto interno lordo del Paese. C’è stata una riduzione di spesa primaria dello 0,3 per cento, che è bassa; però, si è abbassata la spesa del 2005, che, con la vostra presenza, ha registrato il picco più alto nell’ultimo periodo dei calcoli economici.
Sia chiaro che ciò ve lo diciamo per un suggerimento e per il bene del Paese che, così come l’abbiamo cercato di perseguire nel periodo di Governo, lo vogliamo continuare a fare attraverso questo dibattito. Ed è demagogico parlare di famiglia se, di fatto, non si costruiscono politiche volte alla crescita, perché un Paese fermo e ingessato continuerà ad essere tale anche dal punto di vista demografico. Con il taglio lineare, quindi, non ce la farete e lo vedete già anche dal movimento interno della vostra stessa maggioranza, che oggi può essere sopito dalla sbornia di un risultato elettorale che in realtà non è eccessivo, tanto che governate con meno voti del Governo Prodi (circa due milioni e mezzo di voti in meno, il 46,7 per cento dei voti totali) e non siete la maggioranza del Paese, almeno in termini percentuali. Quindi, vi attendiamo con questa attenzione ai prossimi provvedimenti, sperando veramente che ci dobbiate di nuovo spiegare perché nel 2008 il secondo semestre dovrebbe portare 22 miliardi di fabbisogno, innalzandolo a 46 miliardi contro i 24 miliardi del primo semestre: nel 2005, l’anno peggiore, si è avuto nel secondo semestre un fabbisogno di 7 miliardi.